Transizione 5.0, una semplificazione tutta da ridere

Vi ricordate dello scorso 6 maggio, quando la Camera dei Deputati aveva approvato alcune mozioni relative al PNRR, tra le quali - nello specifico - una che mirava a porre in atto da parte del legislatore nuove iniziative volte a semplificare l’iter burocratico 5.0? Reggetevi forte...

Di buone intenzioni è lastricata la strada che porta al 5.0. Già, solo di quelle possiamo parlare, vista la macchinosità da un lato e la lentezza dall'altro della macchina burocratica, che ad oggi ha portato all'assegnazione per progetti conclusi (udite udite) di ben 150 milioni di euro sui 6,2 miliardi di euro disponibili (meno del 2,5%). 

Dopo quanto approvato lo scorso 6 maggio in tema di semplificazione, giorni fa è arrivata la notizia che l'apparato burocratico nazionale sta pensando all'introduzione di una semplificazione davvero decisiva: che sarà mai?

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Transizione 5.0, Regione Lombardia smentisce il Governo sulla possibilità di cumulo degli incentivi

Con la legge di bilancio 2025, il Governo aveva aperto alla possibilità di cumulare gli incentivi 5.0 con altri aiuti derivati da fondi europei (ad esempio FESR). Regione Lombardia, che aveva già sollevato obiezioni con la delibera DGR n. 3959 del 24 febbraio 2025, a seguito della risposta pervenuta dalla Commissione Europea per tramite della DG Reform, ribadisce che non è possibile cumulare gli incentivi.

Si possono o non si possono cumulare gli incentivi Transizione 5.0 con gli altri incentivi di derivazione Europea? A quanto pare sembra proprio di no. Già Regione Lombardia, con la DGR n. 3959 del 24 febbraio 2025, aveva adottato un’interpretazione alquanto rigida: vietava il cumulo tra i finanziamenti PR FESR e quelli del PNRR, richiamando il principio del divieto di doppio finanziamento.

La risposta arrivata dall'Europa lo scorso 10 luglio 2025 ha ribadito l’assenza di deroghe. In altre parole: non si può finanziare lo stesso costo o investimento con fondi PNRR e FESR. 

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R&S e Manuale di Frascati: così parlò il TAR del Lazio

La recentissima sentenza del TAR del Lazio n. 15039 del 29 luglio 2025 suscita particolare clamore, in quanto presuppone l'inapplicabilità retroattiva dei criteri del Manuale di Frascati al credito d’imposta per attività di Ricerca e Sviluppo (R&S) svolte nel quinquennio 2015-2019.

È una sentenza destinata a suscitare scalpore quella emessa lo scorso 29 luglio dal TAR del Lazio, in quanto il tribunale amministrativo romano ha competenza esclusiva di primo grado su molti atti e materie di competenza funzionale nazionale, tra cui atti e provvedimenti dei Ministeri, contenzioni su concorsi pubblici nazionali e anche atti delle autorità indipendenti (es. AGCOM, ANAC, AGCM, Banca d’Italia ecc.). Ecco cosa stabilisce la sentenza n. 15039 del 29 luglio 2025 in merito all’applicazione retroattiva dei criteri del Manuale di Frascati.

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R&S, il MEF sancisce l'importanza della certificazione

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze con l’Atto di indirizzo del 1° luglio 2025 chiarisce la differenza tra crediti d’imposta inesistenti e non spettanti. Nel documento, oltre a ridefinire sanzioni e modalità di accertamento, si conferma l'importanza della certificazione quale strumento per le aziende che intendono qualificare con certezza le attività svolte.

 

Con l’Atto di indirizzo adottato il 1° luglio 2025 dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (protocollo n. 18), previsto dal comma 3 dell’articolo 10‑septies della legge n. 212/2000, si compie finalmente una svolta nell’ambito dei crediti d’imposta viziati, distinguendo in modo netto tra quelli inesistenti e quelli non spettanti, in piena coerenza con le disposizioni del D.lgs. 87/2024 e l’orientamento consolidato della Corte di Cassazione (sentenza n. 34419 del 2023). E inoltre si sancisce l'effettiva importanza della certificazione tecnica.

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Transizione 5.0: verso una semplificazione definitiva?

Lo scorso 6 maggio, la Camera dei Deputati ha approvato alcune mozioni relative al PNRR, tra le quali - nello specifico - una che mira a porre in atto da parte del legislatore nuove iniziative volte a semplificare l’iter burocratico per la richiesta delle agevolazioni legate al Piano Transizione 5.0.

L’obiettivo sarebbe quello di snellire la procedura, che ad oggi contiene duplicazioni e complessità burocratiche, stando però attenti a che le semplificazioni non inficino sulla possibilità, a investimenti conclusi, di effettuare controlli efficaci. Il nodo della questione, infatti, è quello di semplificare, ma di tenere anche attentamente sotto controllo la spesa. 

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