Investimenti 4.0: le incognite del futuro

Prima si chiamava iperammortamento, ora si chiama credito d'imposta. L'incentivo si è trasformato, ma la sostanza non cambia. Così come non cambia la capacità del nostro governo di riuscire a vedere più in là del proprio naso. Il 31 dicembre decadrà l'attuale disciplina. E dal ministro Patuanelli, finora solo parole.

La speranza è che questa volta le parole corrispondano ai fatti. Più volte il ministro Patuanelli quest’anno si è lasciato andare a considerazioni e promesse che, purtroppo, non hanno trovato corrispondenza nella realtà dei fatti. A marzo era stato annunciato che le misure a sostegno della digitalizzazione delle nostre aziende sarebbero state un vero e proprio shock. Questa estate il titolare del Mise si era sbilanciato in una previsione che lasciava supporre l’introduzione di un potenziamento degli incentivi nel “decreto agosto” e che tali incentivi sarebbero poi stati trasformati in misure strutturali. 

Pochi giorni fa è stata la volta del Recovery Fund, ovvero dei fondi che l’Unione Europea metterà a disposizione (tra il 2021 e il 2022) all’Italia nell’ambito del piano di finanziamento delle attività strategiche a sostegno della ripresa economica: il ministro Stefano Patuanelli ha parlato di progetti per oltre 150 miliardi di euro, di cui 60 da destinarsi alle imprese manifatturiere a sostegno della transizione digitale.

 

Parole, parole, parole...

Tutto bello. Peccato che ad oggi siano state solamente parole.  Di quanto dichiarato in primavera e in estate, al momento la situazione è di “non pervenuto”. Per quanto riguarda gli ultimi annunci legati al Recovery Fund va precisato che, se i fondi ci saranno, se ne riparlerà almeno tra circa un anno e che, comunque, l’Europa deve ancora dettare le linee guida precise sulle modalità della loro fruizione.

 

E intanto? Intanto “Carpe Diem…”. È questa la risposta più logica che viene spontaneo darsi. L’attuale disciplina del recupero del 40% in cinque anni sotto forma di credito d’imposta degli investimenti sostenuti dalle aziende in beni strumentali funzionali alla trasformazione tecnologica della fabbrica in ottica 4.0 cesserà al 31 dicembre 2020. Tutto ciò che sarà in futuro, cioè dal 1° gennaio 2021, al momento possiamo solo provare a leggerlo nella sfera di cristallo.

Per questo il consiglio che possiamo dare a tutti coloro che in questo momento stanno valutando un investimento in ottica 4.0 non può essere che uno solo: se davvero necessitate di acquistare beni strumentali non rimandate al prossimo anno, ma valutate di confermarlo entro il 31.12.2020, versando il corrispondente 20% di acconto per essere in regola nella fruizione delle attuali agevolazioni.

 

Tutto ciò che succederà a fine anno, ovvero cosa conterrà la legge di Bilancio 2021 e quale forma assumeranno (se poi continueranno…) i futuri incentivi, lo lasciamo prevedere a chi in questo momento è più bravo del ministro Patuanelli a mantenere le promesse.

 


 

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