Transizione 4.0: l'anno che verrà

Sono stati prorogati i termini per la consegne dei beni 4.0 dal 30 giugno al 31 dicembre 2023. Bene, anzi benissimo. Tuttavia è ancora nebbioso il futuro delle aliquote del credito d'imposta, sulle quali in molti hanno detto tutto e il contrario di tutto. Che accadrà nel 2023?

E' notizia recente che il consiglio dei Ministri ha prorogato i termini per la consegna dei beni 4.0 ordinati nel corso nel 2022 fino al 31 dicembre 2023. Un atto doveroso che, come in realtà ci si aspettava, in molti hanno accolto tirando un sospiro di sollievo, visti i ritardi nella supply chain della componentistica che stanno causando forti disagi ai costruttori di macchine e impianti. 

“È un segnale di attenzione doveroso per quelle imprese che stanno investendo e che potranno così accedere ad un credito d’imposta più elevato in un contesto internazionale profondamente mutato” ha commentato Ministro Adolfo Urso, capo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (ex MISE).

Tuttavia, nel decreto Milleproroghe dove è stata inserita la disposizione che dilata i tempi di consegna dei beni 4.0, non si trova traccia del tanto atteso ripristino delle "vecchie" aliquote del credito d'imposta, per cui tanti rumors si sono succeduti proprio in questo mese di dicembre.

Eppure gli emendamenti parevano già pronti e, a quanto pare, anche in procinto di essere approvati in modo bi-partisan.

 

R&S, design e ideazione estetica

Innanzitutto si era proposto di elevare le aliquote per gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo, design e ideazione estetica, effettuati negli anni 2023-2025 al 20% con massimale di 5 milioni (ricordiamo che dal 1° gennaio 2023 l'aliquota sarà del 10%).

 

Beni strumentali 4.0

Per gli investimenti in beni strumentali (all. A alla legge 232/2016) la proposta era quella di ripristinare il credito d'imposta al 50% pergli  investimenti fino a 2,5 milioni, con un decalage al 15% per le quote residue oltre i 20 milioni di euro (ricordiamo che dal 1° gennaio 2023 l'aliquota scende drasticamente al 20%).

 

 

Software 4.0

Per i beni immateriali (all. B alla legge 232/2016) la proposta era di innalzare il massimale da 1 milione a 5 milioni di euro con il mantenimento dell'aliquota al 20% (dal 1° gennaio 2023 il massimale sarà di 1 milione di euro al 20%).

 

Insomma, pare che si dovrà ancora attendere per comprendere l'epilogo di questa serie a puntate, dove si sono succedute dichiarazioni e smentite, promesse e retromarce. Eppure, in molti giurano che il prossimo anno la "telenovela 4.0" continuerà. E avrà una conclusione positiva. 

Noi - e i milioni di imprenditori e dirigenti d'azienda che operano in Italia - aspettiamo fiduciosi  


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