Vi ricordate dello scorso 6 maggio, quando la Camera dei Deputati aveva approvato alcune mozioni relative al PNRR, tra le quali - nello specifico - una che mirava a porre in atto da parte del legislatore nuove iniziative volte a semplificare l’iter burocratico 5.0? Reggetevi forte...

Di buone intenzioni è lastricata la strada che porta al 5.0. Già, solo di quelle possiamo parlare, vista la macchinosità da un lato e la lentezza dall'altro della macchina burocratica, che ad oggi ha portato all'assegnazione per progetti conclusi (udite udite) di ben 150 milioni di euro sui 6,2 miliardi di euro disponibili (meno del 2,5%).
Dopo quanto approvato lo scorso 6 maggio in tema di semplificazione, giorni fa è arrivata la notizia che l'apparato burocratico nazionale sta pensando all'introduzione di una semplificazione davvero decisiva: che sarà mai?
La semplificazione tanto attesa si è finalmente concretizzata ma, anziché per le urla di gioia, la gola si è seccata improvvisamente a causa dell’amaro che si è creato in bocca. La novità è stata presentata durante il Consiglio dei Ministri del 4 agosto: inutile dire che, forse complice il periodo agostano, ha deluso le aspettative, su tutti i fronti.
L’articolo 1 del nuovo Disegno di Legge in corso di preparazione si limita a un alleggerimento puramente formale - quindi completamente ininfluente - sui piani Industria 4.0 e Transizione 5.0. In particolare, introdurrebbe una modifica all’art. 38, comma 15, del DL 19/2024, prevedendo una semplificazione in merito alla documentazione richiesta per beneficiare del credito d’imposta legato all’acquisto dei beni agevolabili. Ottimo! direte voi, ma vi chiederete anche: di che tipo di semplificazione si tratta?
Nella pratica, le aziende fornitrici dei beni non saranno più tenute a inserire nella fattura il riferimento esplicito alla norma agevolativa (la famosa “dicitura”). Ricordiamo che questo obbligo, se non rispettato, comporta la perdita del beneficio fiscale da parte dell’acquirente. Così, ora che le aziende si erano abituate all’apposizione delle corrette diciture, si è pensato a una nuova formulazione, con l’obbligo di indicare, al posto della dicitura di legge, un codice identificativo - quale?... l’Agenzia delle Entrate non lo ha ancora definito.
Il testo definitivo del disegno di legge non è stato ancora pubblicato, ma l’unica cosa che al momento è chiara è che - scusate il gioco di parole - resta poco chiaro quale sia il reale vantaggio di sostituire una dicitura normativa con un codice (altrettanto normativo).
Inoltre, nel comunicato ufficiale del Consiglio dei Ministri non si chiarisce se questa presunta semplificazione sarà estesa anche ai documenti di trasporto (DDT), che attualmente sono soggetti allo stesso obbligo formale. Non ci resta altro da fare che attendere (o piangere?).
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